Cervia – Nello sguardo, nella mente, nel cuore

Gianfranco Lauretano - Cervia: Nello sguardo, nella mente, nel cuore

Cervia unica e varia

Cervia e il suo territorio hanno sempre permesso di alzare lo sguardo verso ampi orizzonti. Una corona di frazioni, tra cui Montaletto, Pisignano, Cannuzzo, Castiglione, stanno annidate in una campagna ordinata e aperta, dove i frutteti delle campagne cesenati alle loro spalle e le colline appenniniche il cui profilo spunta solo in lontananza lasciano il posto a colture più basse e quasi senza alberi (che faticano non poco a vivere in terreni ricchi di sale come quelli intorno alle saline) e permettono alla vista di spaziare di più. Gli estesi specchi d’acqua delle saline raggiungono presto gli occhi del visitatore e, superate queste percorrendo strade che si trovano improvvisamente sospese in un orizzonte d’acqua, si accede all’agglomerato urbano centrale. Cervia è una città allungata da sud a nord parallelamente alla linea litoranea del mare, con lunghi viali diritti, alberi e verde, giardini, spiagge, cortili. Nella parte meridionale, a Pinarella e Tagliata, numerose abitazioni, hotel, villette, negozi si alternano a spazi aperti, persino qualche campo ancora coltivato: una lunga striscia di pineta divide le strade e gli edifici dalle spiagge, un autentico polmone fresco e verde; in mezzo il centro storico è un rettangolo di case, accuratamente progettato e con uno scopo preciso; è la parte più antica assieme ad alcune costruzioni, gli antichi magazzini del sale, sorti lungo il porto canale, un grumo di costruzioni che occupa uno spazio decisamente piccolo rispetto a tutto il resto; a nord la grande città-giardino di Milano Marittima, sorta poco più di cent’anni fa in mezzo alla foresta di pini meticolosamente conservata, coi villini liberty, le costruzioni più moderne, perfino un paio di grattacieli e gli ampi viali alberati e rettilinei, che si intersecano nelle famose rotonde intorno alle quali pulsa la scintillante movida, non solo estiva, della città.
Il territorio comunale è totalmente pianeggiante, com’è per tutti i comuni della parte settentrionale della provincia di Ravenna, capoluogo compreso. Si tratta di un mondo in cui, sempre come a Ravenna, terra e acqua dialogano continuamente: canali, specchi d’acqua, foci di fiumi e, naturalmente, il mare chiacchierano, bisticciano e si riappacificano con i campi, le dune sabbiose, le dighe di acqua e persino di alghe. È una terra rubata alle onde capricciose del mare o a paludi secolari grazie all’impianto delle stupefacenti pinete e mediante ingegnosi sistemi di canali, di drenaggio e di rilascio delle acque; quelle che entrano ed escono dalle saline lasciandone come pedaggio il prezioso sale, ad esempio, passano all’entrata per il canale di Milano Marittima e compiono il loro giro fuoriuscendo per quello di Cervia centro. Qui in modo esemplare la mano dell’uomo ha convinto la terra a far pace col mare e dare frutti speciali, a cominciare proprio dal sale, il più buono d’Italia e uno dei migliori del mondo. Anche la foresta di pini è ricca di frutti del sottobosco, alcuni dei quali oggi protetti per la rarità e la straordinaria varietà ecologica che rappresentano, di animali oltre che di profumi e di un’attrattiva quasi magica; infine il mare stesso s’è convinto ed ha acconsentito che dalle sue spiagge si raccogliesse il frutto di una straordinaria e tuttora brillante fioritura turistica.
Non è sempre stato così: nei secoli passati l’incertezza di questo conflitto tra l’acqua e la terra, lo stagnare paludoso che circondava la città e la povertà di queste contrade aveva portato Cervia sull’orlo del collasso e i suoi abitanti addirittura a rischio estinzione. Per evitare il disastro, s’è dovuto addirittura convincere un papa a spostare la città! Proprio così: Cervia è stata spostata da un luogo malsano a un altro più puro, circa trecento anni fa. Un caso rarissimo, se non unico al mondo. Ma dov’è adesso si trova benissimo. I suoi quasi trentamila abitanti, più o meno, vengono raggiunti d’estate da centinaia di migliaia di ospiti, che si legano alla città e alla sua natura, a cominciare dal mare, e creano, oltre ad una notevole fonte di reddito, una quantità innumerevole di storie, ricordi, amori, avventure, divertimento. Sia che provengano dalle città romagnole come Cesena o Forlì, dai cui abitanti è apprezzatissima, sia che giungano dalle nazioni di mezza Europa e ormai anche dalle più lontane, come la Russia, i turisti vengono a Cervia per respirare: si riempiono i polmoni della sua aria speciale, mix di salso del mare, delle saline e degli aromi della foresta di pini, ma anche per respirare di nuovo se stessi, dopo un anno probabilmente di travaglio e lavoro. Quanti si sono ritrovati sulle sue spiagge? E quanti hanno trovato qualcuno, incontrato proprio qui? Quanti hanno tirato su i figli, tra il divertimento della spiaggia e la frescura concessa dalla pineta nelle ore più afose del meriggio? Chi lo sa. Un popolo difficilmente quantificabile ha legato alcuni dei momenti più memorabili della propria vita, delle passeggiate più rilassanti, delle piadine più gustose, a Cervia. Un popolo che è ancora qui, ricambiato in amicizia da una città insieme unica e varia.