Puntoacapo edizioni, Pasturana (AL) 2017
Ho risalito il fiume fino alla casa
Ho risalito il fiume fino alla casa
dell’infanzia, alla ghiaia nel cortile
alle valli profumate di terra e frutta
ho camminato a lungo sostando poco
e quasi a caso nei giardini sulle rive
verdi e stretti tra la strada e il fiume.
Arrivato ho aperto le mani, rilasciato
le storie, le opere dei miei giorni
e avrei voluto farti un rapporto dettagliato
ma un nodo mi serrava la gola.
Perché tutto ciò che ho fatto e volevo dire
aspettava la tua approvazione
padre, tutto consisteva in quella
ma ho sbagliato, il figlio che vive
glorifica il padre. Così la smetto
di aspettare e torno nel presente
dove l’acqua del fiume scende pigra o svelta
l’erba rinverdisce e secca nei giardini
i fiori spuntano brevemente sulla riva.
La Tverskàja continua in Via Rizzoli
La Tverskàja continua in Via Rizzoli
e le macchine che passano
nell’intermittenza dei semafori
forse sono le stesse.
Ma io Mosca ti sto dimenticando
anche se l’anima
-più libera e intanata-
lotta con tutta la sua forza
e conserva quello sguardo spalancato
che beveva ogni lampione
e ogni parola. Mosca, dove sei
in quale strada sta passando adesso
il fresco scorrere di nuvole e di luci
le parole cirilliche, la confidenza?
Ricordo il disappunto per il cattivo russo
le battute inopportune alla tua austerità
la lontananza dal modo di ballare
dal divertimento, dallo shopping
così determinato a somigliarci
ma nessun errore internazionale
cancella ciò che ho visto, un segreto
inconfessato, forse, o il nulla.
È sempre del mistero che ci innamoriamo
perché l’amore è l’attimo
che dura così poco
in cui il mistero si dissolve
e improvvisamente una terra ai confini del mondo
ci riguarda.